Intervista a Antonio Saitto, Professore a contratto presso il dipartimento di Ingegneria di Internet dell'Università di Tor Vergata
Q: La cooperazione spaziale fra Cina e Italia vanta una storia di oltre vent'anni, potrebbe illustraci i risultati più importanti fin qui raggiunti?
A: È importante sottolineare che la collaborazione in questi anni si è rafforzata in modo significativo, coinvolgendo le massime autorità dei due Paesi, in particolare per l'Italia il Presidente Mattarella e per la Repubblica Popolare Cinese il Presidente Xi Jinping hanno partecipato alla finalizzazione dell'accordo per il satellite dedicato allo studio dei terremoti CSES che ospita a bordo il rivelatore italiano Li Madou, nome con il quale Padre Matteo Ricci è noto in Cina.
Il Satellite CSES sarà seguito dal satellite CSES 2 con il quale continuerà la collaborazione tra le Agenzie Spaziali dei due Paesi.
Sono previste ulteriori collaborazioni per l'importante attività "manned" che prevede la presenza dell'uomo nello Spazio. Va infatti ricordato che dopo la chiusura del programma USA Space Shuttle la Cina e la Russia sono gli unici Paesi in grado di proseguire le attività internazionali degli Astronauti.
Recentemente l'italiana Samanta Cristoforetti che sa parlare il Mandarino ha espresso l'auspicio di missioni "manned" in cooperazione con la Cina a bordo del Tiangong-2. È piacevole ricordare che Liu Yang, la prima astronauta Cinese, proprio da Napoli nel 2012 parlò della sua esperienza nello Spazio.
Da un lato la collaborazione internazionale nello Spazio apre notevoli possibilità di ricerche scientifiche ed ambientali in comune ed infatti il programma di collaborazione tra Cina ed Italia prevede obiettivi comuni nell'ottica della sostenibilità ambientale e nella riduzione delle emissioni, dall'altro si riapre la storia dell'esplorazione della Luna alla quale insieme con la Cina parteciperanno molte aziende italiane.
Q: Potrebbe brevemente illustrarci il progetto "Matteo Ricci"? Nel 2018 la Cina, in cooperazione con l'Italia, ha lanciato con successo il satellite Zhangheng 1 (CSES), che fa parte di questo progetto. Dopo il lancio del satellite, quali saranno le prossime fasi del progetto?
A: Padre Matteo Ricci raffinato studioso di discipline scientifiche e letterarie, conosciuto in Cina come Li Madou, è considerato il pioniere della cristianità nella Cina Imperiale, grazie alla sua attività missionaria svoltasi tra la dinastia Ming e quella Qing, ed il fondatore della moderna sinologia.
In ambito aeronautico e aerospaziale è stata avviata una collaborazione tra lo Shanghai Aircraft Design and Research Institute of Commercial Aircraft Corporation of China e il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali Cira. L'obiettivo comune è la ricerca nel campo del fenomeno del "Single Event Effect" sui dispositivi avionici e per l'esecuzione dei test di certificazione di comportamento in condizioni di ghiaccio di alcune tipologie di velivoli cinesi nella galleria del vento al ghiaccio del Cira in Italia.
Per lo Spazio in particolare l'evento più significativo è senz'altro la collaborazione per la realizzazione del satellite CSES per lo studio ed il monitoraggio dei disastri naturali con particolare riferimento ai fenomeni sismici. L' Italia partecipa alla missione CSES con il Progetto LIMADOU, finanziato da ASI e INFN.
Sulla base dell'esperienza scientifica acquisita dai gruppi di ricerca in Italia e del forte interesse dell'agenzia spaziale Cinese (CNSA) per lo sviluppo di tecnologie di monitoraggio e studio dei disastri naturali (e sismici in particolare), è maturata la collaborazione tra Italia e Cina per la realizzazione di un satellite dedicato allo studio dell'ambiente elettromagnetico della Terra e dei processi che su di esso agiscono inclusi in particolare i fenomeni sismo-elettromagnetici. Il 23 agosto 2013 viene firmato l'accordo tra ASI e CNSA per la partecipazione dell'Italia alla missione CSES. L'accordo prevedeva la costruzione da parte dell'Italia di uno dei rivelatori di particelle (il Li Madou, appunto) del satellite, la collaborazione allo sviluppo del rivelatore di campo elettrico e la realizzazione di test di alcuni strumenti del satellite nella camera a plasma dei laboratori INAF-IAPS di Roma
La costruzione del satellite CSES, che include 9 strumenti per la rilevazione nell'alta ionosfera di variazioni di campo elettrico, campo magnetico, parametri di plasma e di fluttuazioni del flusso di particelle delle fasce di Van Allen, si è conclusa nel 2017. Il lancio, inizialmente previsto per agosto 2017 è stato effettuato il 2 febbraio 2018 per una missione della durata di 5 anni.
Q: Nel 2017 la Cina ha lanciato il primo HTS (High Throughput Satellite) "Shijian 13". Secondo Lei, che tipo di cooperazione possono avviare la Cina e l'Italia nel lancio dei satelliti di comunicazione? Quali tecnologie può offrire l'Italia alla Cina?
A:L'Italia ha una notevole tradizione nei satelliti per telecomunicazioni, avendo partecipato attivamente alla realizzazione di questa tipologia di satelliti dal 1970 (Progetti Intelsat 4, 5 etc. il progetto europeo sperimentale OTS, i progetti ECS, il progetto ARTEMIS, il progetto ATHENA FIDUS, i progetti nazionali SIRIO 1 e 2, ITALSAT 1 e 2 e SICRAL (militare) 1 e 2 e progetti internazionali per satelliti in orbita bassa quali IRIDIUM, GLOBESTAR, ONEWEB).
Le aziende Italiane hanno lavorato sia nel segmento di bordo per la parte Radiofrequenza dalla banda C (4/6 GHz) alle bande Ku (11/14) e Ka (20/30) ma anche per i satelliti militari nella banda UHF e banda X, per la parte di elaborazione digitale in satelliti quali ITALSAT 1 e 2), sia nel segmento di Terra per la progettazione delle Stazioni HUB, della rete e dei sistemi di gestione dei satelliti. I satelliti HTS sono essenzialmente satelliti a grande capacità che sfruttano in modo intelligente le tecnologie di accesso da ed al satellite, tramite sistemi a fascio multiplo, nuovi sistemi di modulazione digitale (basati su tecnologie FPGA ed ASIC), forte integrazioni con il segmento di Terra ed integrazione fra rete satellitare e rete di Terra (ibridizzazione della rete).
Le tecnologie di interesse per i satelliti HTS dal punto di vista di possibili collaborazioni tra Cina ed Italia potrebbero essere le Antenne a fascio multiplo di bordo, le stazioni HUB di terra e la loro interconnessione con la rete di Terra le tecnologie FPGA, le tecnologie di rete per ottimizzare l'utilizzo del paradigma "full Internet).
Q: Nel 2018 la sonda Chang'e 4 è stata equipaggiata con payload scientifici di paesi come l'Arabia Saudita, la Svezia, la Germania e i Paesi Bassi. La Cina ha compiuto il primo allunaggio morbido della storia dell'umanità sulla faccia nascosta della Luna. Per quel che riguarda l'esplorazione della Luna, l'Italia che tipo di cooperazione intende avviare con la Cina?
A:L'Italia può senz'altro fornire, al di là di attività di supporto sistemistico e di pianificazione delle missioni, sistemi di Rover e di robotica, come mostrato per le missioni su Marte. Certamente l'esplorazione rinnovata della Luna può essere l'inizio di una cooperazione internazionale e generatrice di nuove ricerche e messa a punto di nuove tecnologie, difficile prevedere i limiti e le opportunità di una collaborazione di lungo periodo, che potrebbe aprire nuovi orizzonti ad oggi non immaginabili.
Q:Nel 2017 i due paesi hanno firmato l'Accordo di cooperazione nell'ambito delle missioni con equipaggio. Che tipo di collaborazioni al riguardo hanno già condotto in passato i due paesi? Quali sono le nuove cooperazioni in programma per il futuro?
A:L'accordo prevede la costituzione di un "Comitato di Cooperazione", che si riunirà almeno una volta l'anno per stabilire le modalità della partnership, tra cui sono previsti l'accesso a dati scientifici, pubblicazioni scientifiche congiunte, scambio di personale e partecipazione congiunta sugli aspetti tecnici del volo umano. Le ricadute potenziali di questo accordo sono estremamente significative, considerata, da una parte, la posizione di leadership che l'Italia ha raggiunto nel settore del volo umano nell'ambito della realizzazione e dello sfruttamento della Stazione Spaziale e, dall'altra, l'importante programma di volo umano che la Cina sta sviluppando, in particolare con la realizzazione della prossima stazione orbitante Tiangong-3.
Attualmente, la Cina dispone in orbita del Tiangong 2, che fa seguito al Tiangong 1 lanciato nel 2013. E' il nucleo di una futura stazione più grande, che il programma spaziale cinese progetta da tempo, e che vorrebbe completare entro il 2025. Dopo la recente missione di tre astronauti sul Tiangong 2, il prossimo aprile la Cina spedirà in orbita per la prima volta un veicolo-cargo automatico con tonnellate di rifornimenti per il laboratorio orbitante: attrezzature e viveri necessari per gli astronauti, proprio come fanno le navicelle automatiche russe, giapponesi e statunitensi per la Stazione Spaziale Internazionale.