Di Alberto Ortolani
Quando pensiamo all'internazionalizzazione non può non venirci in mente il settore economico e quel particolare processo di adattamento di un'impresa, di un marchio o di un prodotto, ad altri mercati o ambienti internazionali, ad altre nazioni e culture. Questa definizione si può estendere al settore informatico, a quello educativo e a quello culturale. Di conseguenza, i prodotti oggetto di un processo di internazionalizzazione sono vari: dalle imprese stesse, alla pubblicità e alle campagne di comunicazione, dai software ai siti web, dalle pubblicazioni mediche e scientifiche, dunque la ricerca, ai corsi di studio e di formazione, ovvero il sistema formativo.
Nel caso della ricerca tecnologica e scientifica e del sistema formativo, il processo di internazionalizzazione del "prodotto italiano" necessità di un'azione di promozione che permetta di attrarre "talenti stranieri" da formare e inserire nelle imprese del nostro sistema produttivo, come strumenti operativi dell'adattamento ai mercati esteri. In questo modo l'internazionalizzazione diventa un processo che coinvolge sia il sistema educativo che il sistema produttivo del nostro Paese. Per questo motivo Uni-Italia ha firmato, nel febbraio 2016, un protocollo d'intesa con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con l'Agenzia ICE, con Unioncamere e Confindustria, per il rilancio del progetto Invest Your Talent in Italy.
Il progetto Invest Your Talent in Italy, nato nel 2006 e rilanciato nella versione 2.0 nel 2016, mira a sostenere l'internazionalizzazione del sistema produttivo e di quello universitario italiano attraverso l'attrazione di "talenti stranieri", provenienti da Paesi strategici per le imprese. L'obiettivo è di rafforzare il processo di internazionalizzazione sia delle imprese che del sistema universitario italiano. Elemento caratterizzante di Invest Your Talent in Italy 2.0 è l'offerta integrata di alta formazione accademica e tirocinio in azienda: corsi post-graduate (laurea magistrale o master) nei settori dell'Ingegneria e Alte Tecnologie, del Design e Architettura, dell'Economia e Management, tenuti in lingua inglese, seguiti da uno stage presso un'azienda italiana che abbia già avviato o stia per avviare un progetto di internazionalizzazione.
Uni-Italia, in particolare, fa parte del Comitato Tecnico del progetto e si occupa della segreteria, dunque della promozione e del processo di selezione dei candidati e di assegnazione delle borse di studio. Durante la I edizione sono stati valutati vincitori 53 candidati su 600, provenienti da 10 Paesi considerati d'interesse governativo: Azerbaijan, Colombia, Egitto, Etiopia, Ghana, Indonesia, Kazakhstan, Messico, Turchia e Vietnam. La II edizione del programma ha visto l'erogazione di 83 borse di studio a fronte di 1552 candidature ricevute e l'estensione ad altri 3 Paesi: India, Iran e Tunisia. La III edizione, apertasi ufficialmente il 18 dicembre 2017 e al momento in fase di ricezione delle candidature, ha coinvolto altri due Paesi di interesse strategico: Cina e Brasile.
La risposta dei giovani talenti è stata più che positiva in termini di partecipazione al programma e di interesse dimostrato verso l'offerta formativa italiana e il sistema produttivo, identificato come "made in Italy". L'interesse delle imprese italiane non è stato da meno: alla prima edizione hanno partecipato imprese come Terna e KIOS, offrendo oltre al periodo di formazione sul campo, borse di studio per finanziare il progetto. Tante le piccole e medie imprese italiane, tra il 2016 e il 2017 quasi 147 aziende, che hanno scommesso sull'internazionalizzazione e sul sistema universitario come centro di eccellenza, favorendo una particolare sinergia tra i due sistemi, università e impresa, e contribuendo al perfezionamento di corsi di formazione che rispondano alle esigenze di un mercato internazionale per le aziende italiane. L'inserimento della Cina tra i Paesi d'interesse strategico per la III edizione di Invest Your Talent non fa che rendere ancora più ottimistiche le previsioni sul futuro di questo programma: oltre alla presenza di ben quattro Centri Uni-Italia (Beijing, Canton, Shanghai, Chongqing) attivi nella promozione e nell'attività di informazione e orientamento per lo studio in Italia, i programmi Marco Polo e Turandot e le relazioni già esistenti tra imprese italiane e mercato cinese, fanno sperare in una grande partecipazione sia dei giovani talenti che delle imprese italiane interessante a rafforzare e approfondire le relazioni con la Cina, potendo adesso attingere a risorse umane qualificate da poter inserire nei già avviati o nuovi progetti di internazionalizzazione.
Un livello più alto di conoscenza reciproca tra l'Italia e la Cina, e tra il nostro Paese e quelli di interesse strategico, è stimolato e facilitato dalla presenza di giovani professionisti stranieri che possano svolgere un ruolo di intermediari culturali e imprenditoriali, protagonisti anch'essi del processo di internazionalizzazione in atto.
L'autore è il Segretario generale di Uni-Italia