Sta arrivando una buona notizia
  2017-04-07 14:14:58  cri
"È difficile trovare un amico, anche se si cammina mille miglia; il cammino è più facile se lo percorri insieme a tanti amici". Questo diffusissimo detto cinese è anche alla base della cooperazione tra media cinesi e stranieri. I partner sono coloro che condividono ideali e percorsi, cercando un terreno comune ma mantenendo le peculiarità che li distinguono. In generale, aumentare la fiducia e chiarire i dubbi favorisce la conoscenza reciproca tra la Cina e il resto del mondo e costituisce un obiettivo importante per la cooperazione e gli scambi dei media cinesi con l'estero.

Dopo il periodo di Riforma e Apertura, la Cina ha visto un rapido sviluppo e di anno in anno sempre più amici stranieri sono giunti in viaggio nel Paese. Ma, cinesi a parte, ci sono ancora quasi sei miliardi di persone nel mondo... e non tutti hanno l'opportunità di venire in Cina per conoscere di persona questo Paese antico e sempre più moderno. Per tale motivo, i mezzi di comunicazione si trovano a svolgere una funzione fondamentale. Le collaborazioni sempre più assidue tra media cinesi e stranieri rafforzano la conoscenza reciproca tra le popolazioni e chiariscono tanti equivoci e se i media fossero intralciati, o se non ci fossero, una questione pur minima rischierebbe di diventare un nodo inestricabile.

Ma non basta l'impegno dei media cinesi per far conoscere meglio la Cina al mondo, sono necessarie altre voci che diffondano la narrazione dello sviluppo cinese: la creazione della rivista Cinitalia ne è un esempio. Quando la "rete di amicizie" si amplia, si può conversare in modo più aperto, si diventa più sinceri con gli altri e si riduce così la possibilità di fratture causate da malintesi.

Cina e Italia sono due Paesi dall'antica civiltà e i loro rapporti vantano una lunga storia. Già durante la dinastia degli Han Orientali, il famoso diplomatico cinese Ban Chao inviò Gan Ying nell'Impero Romano, ma questi per le tante difficoltà che incontrò lungo il cammino non giunse a destinazione: fu una occasione epocale mancata. Settecento anni fa il famoso viaggiatore italiano Marco Polo visitò la Cina e nei secoli successivi Il Milione divenne un "testo sacro" attraverso il quale gli europei hanno conosciuto la Cina.

Oggi gli scambi tra Italia e Cina sono intensi anche nel settore dei media. Nel 2009 è stata istituita l'Aula Confucio del Centro di educazione italiana di Radio Cina Internazionale, potente strumento per consentire agli italiani di conoscere meglio la Cina e promuovere il gioco di sponda culturale.

Anche i media italiani hanno fatto la loro parte. Nel giugno 2011, quando l'allora vice presidente cinese Xi Jinping visitò l'Italia, La Stampa, uno dei quotidiani più influenti in Italia, pubblicò un numero speciale, accogliendo con favore la partecipazione di Xi Jinping alle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia e raccontandone la visita ufficiale. Grazie a questo e altri reportage pubblicati in ambedue i Paesi è stato possibile apprezzare i tanti aspetti in comune che sostengono l'amicizia fra i due Paesi.

Anche la diplomazia pubblica ha una funzione essenziale. "L'anno culturale della Cina" è stata la prima azione cinese di tal fatta tenutasi in Italia e le iniziative realizzate in quell'occasione hanno coinvolto ambiti diversi, in numerose città e regioni, suscitando sincera attenzione. Una delle attività è stata la proiezione sulla bimillenaria superficie del Colosseo di una luce rossa – della stessa tonalità della bandiera cinese – e della scritta "Amicizia tra Cina e Italia", in caratteri cinesi: un evento senza precedenti, certamente nella storia dell'anfiteatro ma anche delle relazioni fra Roma e Beijing.

Prima della Festa di Primavera cinese del 2011, l'allora presidente italiano Giorgio Napolitano presenziò alla mostra Qin-Han e Roma: la civiltà dei due imperi, portando gli auguri di felice anno nuovo al popolo cinese: si è trattato della prima partecipazione di un presidente italiano alle celebrazioni della Festa di Primavera e agli occhi dei cinesi in Italia ciò ha rappresentato un grande scatto in avanti nell'amicizia tra i due Paesi.

Similmente, alla vigilia del Capodanno, il Comune di Napoli proiettò sul Castello dell'Ovo, edificio che vanta 2500 anni di storia, una luce rossa e i caratteri "Cina e Napoli" per augurare buona Festa della Primavera al popolo cinese – in quell'occasione l'ambasciata cinese in Italia organizzò nella città partenopea anche uno spettacolo di fuochi d'artificio, che ha suscitato grande curiosità in Italia e all'estero.

La Serie A del campionato di calcio, la Settimana della Moda di Milano, la Mostra di arte cinematografica di Venezia e altri "biglietti da visita" dell'Italia sono ormai entrati nelle case dei cinesi, anche qui grazie al contributo dei media.

La passione di molti tifosi di calcio cinesi per la Serie A ha già una sua lunga tradizione. Nel 1989, quando nel massimo campionato italiano giocavano tante stelle, la CCTV iniziò a trasmettere le gare di quella che venne denominata la "Piccola Coppa del Mondo" e questo fu il battesimo calcistico di una generazione di tifosi cinesi. All'inizio le partite non erano trasmesse in diretta, venivano proposti soltanto i momenti salienti nel corso del pomeriggio e in serata la registrazione di una gara intera. Già da allora seguire la Serie A la domenica divenne un'abitudine. La sigla musicale d'inizio del programma sui momenti clou delle partite è un motivetto indimenticabile, che ha accompagnato negli anni molti tifosi cinesi.

La passione per il calcio italiano raggiunse l'apice durante il Campionato Mondiale del 1990. Per molti tifosi cinesi di vecchia data, Un'estate Italiana, la canzone ufficiale di quelle settimane, resta un classico insuperabile. Il calcio italiano è cambiato, i giovani tifosi di una volta sono ormai persone adulte, qualcuno non vive la domenica come una volta, non guarda le partite. Ma i ricordi di quel tempo, i sentimenti a esso legati, hanno senz'altro lasciato una profonda impronta nel loro cuore.

Un discorso analogo si può fare per il Festival Cinematografico di Venezia, dove sin dalla vittoria del taiwanese Hou Xiaoxian, avvenuta nella 46° edizione della rassegna, i registi cinesi sono diventati ospiti frequenti, ottenendo numerosi premi. I film cinesi sono stati senza dubbio una presenza importante negli ultimi 20 anni di storia di questo festival, considerato un evento dove le pellicole cinesi sono maggiormente apprezzate e un appuntamento che gli spettatori cinesi seguono con grande attenzione.

Nel processo di promozione degli scambi tra la Cina e gli altri Paesi del mondo e ovviamente l'Italia, CRI - China Radio International, con i suoi oltre 70 anni di storia, è stata un autentico pilastro. Attualmente CRI diffonde informazioni in 65 lingue ed è il gruppo giornalistico mondiale che trasmette nel più ampio numero di idiomi. Perseguendo la propria missione di "presentare la Cina al mondo, presentare il mondo alla Cina, raccontare il mondo al mondo, migliorare la conoscenza reciproca e l'amicizia tra il popolo cinese e gli altri popoli" e attenendosi al principio di "guardare al mondo dal punto di vista della Cina, con l'umanità nel cuore", CRI ha compiuto la propria trasformazione da media unico a network articolato di testate: dalla radiodiffusione verso l'estero alla presenza internazionale, da media nazionale ad internazionale, servendosi di sei piattaforme (radio, video, stampa, new media, doppiaggio e Tv) per costruire un nuovo e moderno colosso mondiale dell'informazione. Attraverso i servizi di CRI, l'Italia e gli altri Paesi possono percepire una Cina autentica, aperta e inclusiva, che ama la pace, custodisce la cultura e intende intrattenere scambi amichevoli con tutti i Paesi, i popoli e le loro diverse tradizioni.

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