Biblioteche come ponte per una via della seta "giuridica" tra Cina ed Italia
  2016-04-23 18:25:31  cri

Intervista al Prof. Stefano Porcelli: "Biblioteche di diritto a Pechino e Roma per favorire il dialogo in materia giuridica tra Italia e Cina"

Il dialogo in materia giuridica tra Cina e Italia vanta, nei tempi recenti, una storia di circa 30 anni. Questo dialogo viene favorito da due importanti biblioteche giuridiche: quella presso la CUPL, Università della a Cina di Scienze Politiche e Giurisprudenza (Pechino), e quella presso l'Università degli studi di Roma "Tor Vergata". Queste biblioteche rappresentano un ponte fondamentale per degli scambi approfonditi tra Cina e Italia in ambito giuridico. Per saperne più concretamente, recentemente abbiamo intervistato il Prof. Stefano Porcelli, docente della CUPL e dottore di ricerca dell'Università degli studi di Roma "Tor Vergata", che, nello svolgimento del suo lavoro, compie un largo impiego di entrambe le biblioteche:

1. Prof. Stefano Porcelli, presso l'Università della Cina di Scienze Politiche e Giurisprudenza che si trova qui a Pechino vi è una biblioteca appositamente dedicata al diritto romano ed al diritto italiano. Ci potrebbe illustrare quali tipologie di libri è possibile trovarvi?

Presso la CUPL, oltre alla biblioteca generale di Ateneo, dapprima nell'ambito di una collaborazione tra il Centro Studi sul diritto romano e diritto italiano della CUPL e l'Università degli studi di Roma Tor Vergata, poi nell'ambito dell'Osservatorio sulla codificazione e sulla formazione del giurista in Cina nel quadro del sistema giuridico romanistico, si sta gradualmente, ma costantemente da molti anni, costituendo una biblioteca speciale dedicata a raccogliere materiali relativi al diritto romano ed al diritto italiano. La biblioteca consta attualmente di circa duemila volumi.

Vi sono, in sostanza, i testi fondamentali per poter riuscire ad ottenere delle conoscenze adeguate in materia di diritto romano ed italiano così come opere che permettono di svolgere degli approfondimenti in materia. In minima parte, vi sono poi anche materiali che permettono di procurarsi delle nozioni circa il diritto in Europa e più in generale in altre aree (piuttosto numerose in realtà) ove il gli ordinamenti attuali sono basati sul diritto romano (ad esempio Russia, America Latina etc.).

È possibile dunque reperirvi, oltre a diversi dizionari che, come è auto evidente, in un simile contesto sono uno strumento prezioso, le fonti, sia romane che moderne, quelle moderne anche in versioni corredate di apparati di commento basati sulle decisioni dei tribunali italiani, i c.d. codici commentati. Oltre alle fonti, vi sono poi le enciclopedie giuridiche, i manuali che sono prevalentemente impiegati per lo studio del diritto nelle Università italiane, alcune delle principali monografie dedicate agli argomenti che possono essere di maggior interesse per gli studiosi e studenti cinesi, dei trattati e delle riviste. Chiaramente, al fine di favorire il più possibile la comprensione ed il dialogo in materia giuridica tra le due sponde dell'Eurasia, tra i due estremi della via della seta, nella biblioteca sono altresì contenuti dei testi in lingua cinese che rappresentano delle traduzioni, svolte nel corso degli ultimi decenni, di fonti romane ed italiane, di articoli o opere monografiche di autori italiani in materia di diritto romano e diritto italiano.

2. Poiché lei ha proprio ora menzionato il tema del dialogo tra Cina ed Italia in materia giuridica, potrebbe darci qualche delucidazione al riguardo, spiegando il ruolo di una simile biblioteca in tale contesto?

Come stavo già accennando, la biblioteca stessa è il frutto, graduale ed ancora in via di sviluppo di una collaborazione che è stata avviata da molti anni. Nella seconda metà degli anni ottanta del secolo scorso è stato stabilito un contatto tra il Professor Jiang Ping, allora Rettore della CUPL ed uno tra i principali protagonisti delle riforme in materia di diritto susseguitesi nella più recente storia della RPC, ed il Gruppo sulla diffusione del diritto romano. Sul versante italiano, la sfida rappresentata dalla non semplice impresa è stata gestita dal Professor Sandro Schipani è, per la parte italiana, il fulcro di tale collaborazione. Sin da subito è stato svolto un enorme lavoro, coadiuvato da un gruppo di studiosi più giovani che si andavano via via formando ed inserendo nell'ambito di questo progetto di collaborazione. La Cina, nel corso degli ultimi decenni, ha posto in essere riforme su scala molto vasta e, per quanto riguarda gli aspetti giuridici, il diritto romano, elaborato in modo scientifico e che è fondamento di larga parte degli odierni ordinamenti, ha attratto forte attenzione da parte cinese. È forse ridondante sottolineare come anche nell'altra direzione, l'interesse da parte italiana al diritto cinese si è manifestato e continua a manifestarsi in modo sempre crescente. I frutti di questa collaborazione sono piuttosto numerosi e di grande valore, tuttavia, per restare nel tema dell'intervista, tra questi vi è, appunto la costituzione di questa biblioteca che, così come la sua parallela di Roma, rappresenta, da un lato, il risultato di uno sforzo (non soltanto logistico, ma anche di selezione di testi etc.), dall'altro, un luogo in cui reperire degli strumenti essenziali per la prosecuzione ed il costante avanzamento di una simile collaborazione. Come spesso ripete un amico, collega, cinese: "Uno studioso senza libri è come un soldato senza armi".

3. Per concludere questa intervista, potrebbe parlarci, allora anche di quella che lei ha definito come parallela della biblioteca di Pechino, ossia, di quella che si trova presso l'Università di Roma "Tor Vergata"?

La biblioteca che, nell'ambito dello stesso progetto di collaborazione è stata istituita ed è tutt'ora, a sua volta, in corso di graduale ampliamento si trova, come lei ha già correttamente chiarito, presso l'Università degli studi di Roma "Tor Vergata". Anche questa conta attualmente di oltre mille volumi e, parallelamente a quella presso la CUPL raccoglie testi di diritto; ovviamente, in questo caso, si tratta di materiali relativi al diritto cinese. Oltre ai dizionari, la biblioteca di Tor Vergata raccoglie fonti del diritto cinese, sia attuale che antico, i manuali più impiegati per lo studio del diritto nelle Università nella RPC ed opere monografiche riguardanti gli argomenti che possono essere di maggiore interesse per lo studioso e lo studente italiano con riferimento al diritto cinese. Dalla biblioteca di Tor Vergata è possibile avere accesso a riviste così come a raccolte di casi svoltisi e decisi presso i tribunali cinesi. Vi sono, inoltre, sia fonti che testi scritti da giuristi cinesi tradotti in italiano ed alcune opere di autori non cinesi, italiani inclusi, aventi ad oggetto il diritto cinese. Si tratta, appunto, dell'altro pilastro di un ponte volto a favorire la conoscenza reciproca ed il dialogo tra un estremo e l'altro, per dirla in termini storici, ma molto attuali, della via della seta.

 

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