Ma Ke, la fashion designer della first lady cinese
  2015-06-18 10:07:18  cri
É la fashion designer di Peng Liyuan, la first lady cinese, ma preferisce mantenere un basso profilo. E' una delle più ricercate firme dell' haute couture, ma tiene le distanze dal mondo del fashion, riservando il suo tempo alle ricerche dell'artigianato tradizionale nelle campagne. Nonostante il suo amore per la libertà, non rinuncia mai alla sua responsabilità sociale di trasmettere l'artigianato e la cultura tradizionale. É Ma Ke, stilista di moda, ambientalista e appassionata di artigianato popolare.

Genesi

Nata a Changchun, da bambina Ma Ke guardava affascinata la madre che confezionava gli abiti di famiglia con la macchina da cucire a pedale. Di conseguenza, all'università ha scelto senza esitazione il corso di design dell' abbigliamento. Diplomatasi nel 1992, ha iniziato la carriera di stilista, ottenendo subito dei risultati finora insuperati nel mondo del fashion cinese.

Nel 1994, a 23 anni, si è aggiudicata la medaglia d'oro al 2th "Brother Cup" China International Young Fashion Designers Contest.

Nel 1995 ha ottenuto il titolo di "10 top Fashion Designer of China".

Nel 1996 ha creato la brand "Exception", diventandone design director.

Una decina d'anni dopo il diploma, aveva già la conferma del mondo del fashion design, e la brand da lei creata registrava un buon successo commerciale. Il faticoso impegno delle collezioni di stagione l'allontanava però sempre di più dalle sue aspirazioni più profonde. Pensava spesso ai giorni trascorsi nell'infanzia dai nonni, in mezzo alla natura. "Ho un sogno: proporre una vita semplice e sostenibile in città. Lo spirito tradizionale cinese pone l'accento sulla liberazione interiore. Solo il naturale è bello."

Nel 2006 Ma Ke ha deciso di ricominciare da capo. Ha lasciato Guangzhou, dove aveva vissuto e lavorato per 14 anni, per Zhuhai, dove ha fondato un'organizzazione non profit, sulla cui base è nato il workshop "Wuyong" (Useless), finalizzato alla tutela, trasmissione e innovazione dell'artigianato tradizionale.

"Useless"?

"A Zhuhai, parlando di artigianato con artigiani e amici, la parola che sentivo di più era 'wuyong' (inutile). Dicevano: 'Siamo nell'era industriale, l'artigianato è cosa passata e simbolo di povertà e arretratezza'. Ma io non sono d'accordo, anzi trovo che sia la cosa più preziosa e tenera dell'umanità. Per cui ho battezzato il workshop "Wuyong" (Useless), per portare avanti tutto quanto è 'inutile'."

Ma Ke è immersa nel piacere dell'artigianato, a quanto pare "inutile". A Zhuhai ha un team di una ventina di persone impegnate in cose strane: coltivano piante nell'orto per estrarne dei pigmenti per la tintura, e gettano l'acqua del bucato nella vasca dei pesci per dimostrare la non tossicità della tintura vegetale. Producono anche detersivo di semi di Camellia, che non lascia residui inquinanti. Ma la maggior parte del tempo la riservano alla ricerca e allo studio delle varie forme di artigianato, che trasformano in prodotti con il design.

La dura realtà è che ogni giorno scompare qualche forma di artigianato tradizionale, quindi la prima cosa da fare è studiarle e registrarle, e su questa base considerare l'innovazione e la trasmissione. "Affinché siano accettate nella vita moderna, le antiche forme artigianali devono essere trasformate dallo stilista. Il valore dello stilista sta proprio in questo."

Conferma

"Volere è potere". Nel 2007 Ma Ke è stata invitata al Paris Fashion Week, dove ha presentato la collezione WUYONG/the Earth, e nel 2008 a Paris Haute Couture, dove ha presentato WUYONG/the Luxury Qingpin, entrambe molto apprezzate dall'ambiente internazionale della moda. In seguito le sue creazioni sono state esposte in musei di Gran Bretagna, Olanda, ecc. Ella così ricorda il suo approdo a Parigi:

"Non era nelle mie aspettative. Pensavo che le mie creazioni non si adattassero all'estetica del fashion di Parigi, anzi fossero una sfida. Ma i commenti sono stati ottimi. In seguito, ritenendo che il mio design superasse ormai la sfera dell'evento, la Chambre Syndicale de la Haute Couture mi ha invitata a Paris Haute Couture".

Tutela dell'artigianato

Ma Ke lavora otto mesi dell'anno a Zhuhai e a Beijing, e il resto del tempo lo dedica alla sua passione: percorrere in lungo e in largo le campagne.

Convinta che la vera cultura cinese è quella popolare, ha visitato il Guizhou, lo Yunnan e altre province cinesi, scoprendo delle stupende forme di artigianato, ma anche lo stato di povertà in cui vivono gli artigiani delle zone remote. La responsabilità della tutela dell'artigianato è un compito pesante.

"Amo molto la campagna, per cui ci vado spesso. Venendo a contatto con questi contadini e artigiani, mi sento responsabile nei loro confronti. Avrei potuto scegliere la carriera di artista professionista, che è più libera, ma non l'ho fatto per la mia esperienza nelle campagne, in cui ho visto tanta povertà. Soprattutto per gli artigiani, pensavo: perché non trovare un modo per farli vivere meglio? Come posso aiutarli con il mio lavoro? La soluzione potrebbe essere l'artigianato!"

Condivisione di ideali

Per un fashion designer, la passerella è il canale ambito verso la fama e la ricchezza. Ma Ke, invece, persiste nell'artigianato tradizionale e tiene le distanze dal mondo della moda, il che le è valso un prestigio che oltrepassa il fashion. Chi apprezza il suo design, apprezza anche i suoi ideali. Fra i suoi clienti, figura anche Peng Liyuan, la first lady cinese, di cui Ma Ke realizza gli abiti per le visite all'estero. Un compito per un'amica che condivide i suoi ideali.

Le due si conoscono da anni. Agli occhi di Ma Ke, Peng Liyuan è molto sensibile alle attività di pubblico interesse. Prima di diventare first lady, ha fatto molto per la tutela del Fiume Giallo, per i terremotati di Wenchuan, ecc. Per la stilista, la first lady, più che una star, è una donna che ama profondamente il suo Paese e si impegna a fondo in attività benefiche.

Perseveranza

Per Ma Ke, quest'anno è il ventesimo anniversario della sua attività di stilista. Secondo lei, il design di moda è soprattutto espressione di concetti di valore, e non solo di estetica, e afferma: "Il fashion design cinese deve valorizzare la fiducia nella cultura nazionale, ed esprimere la bellezza tipica della Cina".

"Secondo me, questa è un'epoca in cui i cinesi devono essere molto fiduciosi nella propria cultura. Non dobbiamo seguire le tendenze occidentali, ma esprimere la tipica bellezza cinese tramite la nostra cultura. Personalmente non amo l'esplicito, preferisco il semplice e l'implicito. Quanto al design per la first lady, deve innanzitutto adattarsi al cerimoniale internazionale, e su questa base rivelarsi lineare ed elegante, ed esprimere lo spirito cinese. Quindi manca di elementi trendy. Una buona immagine deve essere classica e saper reggere nel tempo."

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