Negli ultimi anni, il mercato cinese dei consumi di vino ha registrato una rapida crescita, al punto che nel 2011 la Cina è diventata il quinto paese consumatore al mondo, con ben 160 milioni di casse. Nel 2012, invece, quanto ai consumi, è risultata addirittura terza.
In realtà, la diffusione del vino d'uva in Cina risale solo agli ultimi 20-30 anni. Nella storia cinese, la grappa bianca di cereali ha sempre occupato una posizione dominante. In merito, il general manager della Yantai Weilong Grape Wine Co. Ltd Sun Yantian afferma:
"Il consumo di vino non è un'abitudine dei cinesi, che bevono invece liquori forti, tipo la grappa bianca. La birra e il vino d'uva fanno parte della cultura occidentale".
Negli anni '50 del secolo scorso, il consumo di vino era molto basso. Alla fine degli anni '70, la Cina ha iniziato l'applicazione della politica di riforma e apertura, e in seguito all'aumento del grado di apertura, il vino, in veste di rappresentante della cultura occidentale, ha iniziato ad entrare nelle famiglie cinesi.
All'inizio degli anni '80, la Remy Martin ha firmato un accordo con un partner cinese, creando la joint-venture Azienda Vinicola sino-francese, diventata poi Dynasty Winery Ltd., i cui enologi provengono dalla Francia.
"Sophie ed io siamo stati assunti dalla Remy Martin per sviluppare la joint-venture di Tianjin, in Cina. Dovevamo arrivare a Beijing il 15 luglio, dopo due settimane, e poi lavorare alla Dynasty Winery Ltd. Al momento dell'assunzione, ci eravamo appena diplomati alla scuola vinicola e quindi era il nostro primo lavoro. Per noi, certe cose erano eccitanti, per esempio lavorare all'estero, far carriera e preparare un certo tipo di vino."
All'inizio, per i dirigenti della Dynasty Winery Ltd. la prima cosa da fare è stato decidere che vino produrre. All'inizio della cooperazione, le due parti cinese e francese hanno entrambe scelto il vino bianco, che rispetto agli altri, è più adatto al gusto dei cinesi.
"In realtà tendiamo ad adattarci ai consumatori, per garantire la corrispondenza ai loro gusti. Allora i cinesi non erano abituati a bere vino, non lo conoscevano, e si aspettavano che fosse dolce. Quindi all'inizio non producevamo vino rosso, che non si adatta al gusto dei cinesi, ma abbiamo scelto il vino bianco, che è molto profumato."
Il signor Yu Jianli ha venduto vino negli anni '80 del secolo scorso. Rievocando la sua esperienza in merito, egli ricorda un caso imbarazzante.
"Allora il bianco secco era appena stato lanciato sul mercato. Un consumatore ne ha comprato una bottiglia, è tornato a casa, l'ha assaggiato, l'ha trovato agro e non dolce, e ci ha accusato di produrre del vino alterato."
In ogni caso, la diffusione del vino in Cina è stata molto veloce: negli anni '80 la quantità di vino consumato occupava il terzo posto tra i vari tipi di alcolici, subito dopo la birra e la grappa bianca. Quando raggiunge il livello benestante, la gente comincia a cercare una vita naturale, sicura e di qualità. Il vino, con il suo stile e qualità speciale, è stato così conosciuto e accettato da sempre più cinesi, molti dei quali hanno cambiato l'abititudine di consumare grappa e birra, indirizzando il loro interesse al vino che fa bene alla salute. In questo caso, la funzione salutare del vino, in particolare di quello rosso, si integra con la sempre maggiore aspirazione dei cinesi ad una vita sana.
Sino monitor, un'agenzia cinese di ricerche di mercato i cui rapporti si basano su un gran numero di inchieste, ha compiuto una ricerca anche sul recente quadro dei consumatori di vino cinesi. Il responsabile delle ricerche, FucalaYantra, di etnia mancese, ci ha così descritto i consumatori di vino cinesi:
"Dal punto di vista delle fasce di età, sta aumentando la percentuale dei consumatori fra i 25 e i 45 anni, il che riflette la loro attenzione per la salute e il rafforzamento della loro coscienza della sua tutela. Mentre per i consumatori fra i 15 e i 24 anni, il consumo si riduce di anno in anno".
Secondo Fucala Yantra, il consumo di vino ha rapporto con l'aumento dell'età: più passano gli anni e più si fa attenzione alla salute, per cui si preferisce il vino.
"La fascia di popolazione di più di 45 anni è cresciuta sotto l'influenza della cultura della grappa bianca. Adesso però si parla dei danni alla salute del forte consumo di grappa, per cui è nata la propensione per il vino dei consumatori di grappa. Anche il numero degli anziani che consumano vino sta crescendo."
"Questo vino è usato ai banchetti all'Eliseo: Sarkozy l'ha offerto al presidente russo Putin!"
A una degustazione di vino tenuta in un albergo di Beijing: la sala è zeppa di proprietari di cantine, di venditori e di appassionati di vino di tutto il mondo. Per presentare i loro prodotti in Cina, le più famose cantine del mondo organizzano spesso delle degustazioni a Beijing, Shanghai e in altre grandi città, puntando gli sguardi alla capacità di consumo e al mercato del vino di alta classe della Cina, così da aggiudicarsi la grossa torta del mercato cinese. Secondo le statistiche della dogana cinese, nel 2012 la Cina ha importato 430 milioni di litri di vino, l'8,9% in più rispetto all'anno precedente, mentre nel 2005 arrivava solo a 50 milioni di litri.
Di fronte all'enorme mercato del vino cinese, i produttori stranieri non si limitano ad esportare vino rosso, ma cercano di utilizzare la superiorità del loro marchio per entrare in Cina e restarci. Da poco, nel distretto di Deqin, nello Shangrila, nella provincia dello Yunnan, Moët Hennessy e VATS GROUP hanno firmato un accordo di sviluppo del settore vinicolo, secondo il quale le due parti investono congiuntamente 84,66 milioni di RMB per costruire una cantina nel distretto, creando nel frattempo la Moët Hennessy Shangri- La ( Deqin) Winery Company Limited che si occupa dello sviluppo e produzione di vino rosso di eccellenza e di qualità internazionale.
Come rispondono le imprese cinesi alle sfide delle famose cantine straniere? Tre anni fa, la Dynasty Winery Ltd. ha fondato la Tianjin Dynasty International Wine Business Co., Ltd, che si occupa della vendita non solo di vino di sua produzione, ma anche di vino importato. In merito, il general manager Lu Ming afferma:
"Nel 2009 abbiamo scoperto che è impossibile impedire l'ingresso del vino importato, quindi, invece di temerlo, è meglio unirsi ed occupare insieme il mercato".
Dynasty Winery Ltd., che ha iniziato a cooperare con la Remy Martin più di 30 anni fa, ha una ricca esperienza di cooperazione con l'estero, quindi, mentre importa vino straniero di ottima qualità, approfitta anche dei canali dei partner stranieri per presentare i propri prodotti all'estero. Il presidente del Consiglio di Amministrazione della Dynasty Winery Ltd., Bai Zhisheng ci ha illustrato:
"Tramite lo stabilimento di rapporti di partenariato strategico con i grandi gruppi multinazionali stranieri, abbiamo firmato una serie di accordi, un importante contenuto dei quali è che noi ci occupiamo di vendere i loro prodotti in Cina, e loro vendono i nostri all'estero".
Di fronte alla concorrenza delle cantine straniere, molte imprese vinicole cinesi hanno scelto di cooperare. Secondo un imprenditore del settore, il signor Chen, in questo modo non solo si può arrichire il mercato vinicolo cinese, ma anche favorire l'elevamento della qualità del vino nazionale.
"Il loro ingresso è anche uno stimolo per noi, come la reazione del cacciatore, che quando il lupo arriva, lo insegue a tutta forza. In questa fase, non abbiamo affatto paura dell'ingresso del vino straniero in Cina, perché può elevare l'entusiasmo dei nostri enologi e dell'intero settore vinicolo, quindi è una cosa positiva. Ecco un esempio semplice: in passato, la nostra industria automobilistica era carente, ma adesso riusciamo già a sviluppare dei marchi autonomi."
Prima l'importazione e poi l'esportazione: il settore vinicolo cinese in rapido sviluppo sta influenzando sempre di più il settore vinicolo mondiale. Poco tempo fa, un acquirente cinese ha comprato nella zona di Bordeaux una vigna Saint-Emilion di 13 ettari. Secondo quanto appreso, negli ultimi 4 anni gli acquirenti cinesi hanno acquistato nella zona di Bordeaux una trentina di vigne con diritto di denominazione Bordeaux.
Secondo quanto riferito, il consumo pro capite annuale di vino a livello mondiale si aggira sui 7 litri, in Francia arriva a 53,2 litri, mentre, secondo dati del 2011, in Cina è solo di 1,4 litri. In seguito all'aumento del livello del reddito e alla diffusione della cultura e di nozioni sul vino, il mercato potenziale cinese risulta colossale. Secondo le previsioni, nei prossimi 3 anni il consumo pro capite dei cinesi potrebbe toccare i 2,1 litri, quindi, per i produttori di vino, il bello è appena cominciato.