Preoccupati che l'AIIB potesse diventare concorrente degli organi finanziari da essi guidati, gli USA hanno fin dall'inizio fatto di tutto per ostacolarvi la partecipazione dei suoi alleati. Le cose sono tuttavia andate diversamente da quanto avrebbero voluto gli Stati Uniti. Il 12 marzo, la Gran Bretagna ha presentato ufficialmente la lettera di conferma per richiedere la partecipazione e in seguito, Francia, Germania, Italia, Austria e altri paesi europei hanno espresso uno dopo l'altro la volontà di partecipare alla Banca. Sylvie Matelly, l'alto ricercatore dell'Istituto per le Relazioni Internazionali e Strategie della Francia, ha così analizzato l'atteggiamento francese sull'adesione all'AIIB.
"L'Asia è un partner indispensabile per la Francia. Il partenariato con l'Asia giova non solo alle società che hanno aperto filiali in Asia, ma anche allo sviluppo del mercato asiatico da parte delle aziende francesi. L'investimento in questo continente significa quindi una preparazione per il mercato dell'indomani e uno spazio per i futuri fornitori, e rafforzerà il partenariato tra Asia e Francia."
Quali sono state le reazioni degli USA al "tradimento" degli alleati? Il 20 marzo scorso sul New York Times è stato pubblicato un editoriale intitolato "Alleati USA, adescati dalla Banca della Cina" ("U.S. Allies, Lured by China's Bank"), nel quale si afferma che la Cina è "una delle economie mondiali meno trasparenti, meno regolate, e più guidate dallo stato". In merito, il direttore dell'Istituto per gli USA dell'Accademia di ricerca sulle relazioni internazionali moderne Da Wei ha commentato:
"Essendo il giornale più influente degli USA, il New York Times fa brutta figura con questo editoriale dai contenuti infondati. Secondo me qualsiasi persona che abbia una conoscenza generale sulle relazioni internazionali e sull'economia internazionale non dovrebbe valutare in questo modo l'economia cinese. I commenti dimostrano infatti le agitazioni esasperate e le ansie dei media e del settore strategico americano per le frustrazioni subite dagli USA sul tema dell'AIIB."
Con il continuo ampliamento dell'AIIB e l'adesione di sempre più alleati degli USA, Da Wei ritiene che questi ultimi dovrebbero riconsiderare la propria posizione nella banca. Egli ha detto:
"Le politiche americane sulla questione dell'AIIB hanno subito ampie critiche e quasi tutti gli esperti americani condannano l'amministrazione Obama per la propria decisione di non aderirvi e l'atto di impedire la partecipazione dei paesi alleati. Alcuni esperti hanno affermato che l'AIIB è come una tazza di tè offerta dalla Cina ai paesi di tutto il mondo e che gli USA, in qualità di grande potenza, dovrebbero offrire ai propri alleati il caffè. Non riuscendo a offrire il caffè, non permettono ai propri alleati di bere nemmeno il tè fornito dalla Cina."
L'atteggiamento americano sull'AIIB si sta ora trasformando, passando dalla precedente ferma opposizione verso una cooperazione e win-win. Secondo quanto appreso dal Wall Street Journal, l'Amministrazione Obama ha proposto all'AIIB di cooperare con gli organi finanziari di sviluppo diretti dagli USA, quali a esempio la Banca Mondiale.
Secondo alcuni analisti, il fatto che gli USA erano da tempo intenzionati a non adempiere alle proprie promesse sulla riforma dei diritti di votazione all'interno del FMI è stato uno dei motivi che gli ha impedito di avere successo nello scoraggiare i propri paesi alleati a partecipare all'AIIB. Nel 2010 il consiglio d'amministrazione esecutivo del FMI ha approvato il programma di riforma delle quotazioni, che prevedeva un raddoppiamento delle risorse dell'organizzazione e maggiori diritti di votazione destinati a Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica e altri paesi. Tuttavia, il piano è stato messo da parte per poi non essere approvato dal Congresso americano. Poco tempo fa, il segretario al Tesoro americano Jacob Lew ha affermato al congresso che gli USA sono l'unico paese a non aver approvato la riforma delle quotazioni del FMI.
""Il nostro continuo fallimento nell'approvare la riforma del FMI sta inducendo altri Paesi tra cui alcuni dei nostri alleati a mettere in dubbio la nostra dedizione verso le istituzioni multilaterali per la cui costruzione ci siamo così profondamente impegnati. Finché tali riforme saranno in atto, gli stati Unti rischieranno di vedere eroso il proprio ruolo predominante al loro interno, soprattutto dal momento che altri stanno istituendo organi finanziari nuovi e paralleli."
Le economie emergenti, di cui la Cina è un rappresentante, stanno svolgendo un ruolo sempre più importante negli affari economici globali, tuttavia sul palcoscenico finanziario mondiale, il loro diritto di votazione presso la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale non è stato regolato in corrispondenza. Durante il Forum Asiatico di Bo'ao dell'anno scorso, Lin Yifu, il già primo economista e vice governatore d'alto livello della Banca Mondiale, ha affermato che il PIL della Cina occupa il 10% della totalità mondiale, ma detiene solo il 5% di diritto di votazione nella Banca Mondiale e una percentuale ancora più bassa nel FMI.
Diamo un'occhiata al maggiore organo finanziario di sviluppo asiatico fondato nel 1966, la Banca per lo Sviluppo dell'Asia, la ADB. Secondo quanto dimostrato dai dati statistici del 2013, il Giappone e gli USA sono stati i paesi con i maggiori investimenti nella ADB, occupando tutti e due il 15,65% delle quotazioni azionarie e il 12,82% dei diritti di votazione. La Cina, pur essendo il terzo maggiore azionista della ADB, possiede solo una quotazione azionaria del 6,46% e diritti di votazione del 5,46%.
La Banca Mondiale, il FMI e l'ADB, incentrati sugli USA, costituiscono l'anello più importante della catena alimentare della finanza mondiale, e stabiliscono procedure complicate e numerose condizioni aggiuntive rigide per il fornimento di prestiti alle economie emergenti. La costituzione dell'AIIB perfezionerà l'attuale sistema finanziario. Il ministro delle Finanze cinese Lou Jiwei ha affermato:
"La proposta di fondazione dell'AIIB rappresenta una misura costruttiva adottata dalla Cina, un paese grande, ed è volta a farle assumere maggiore responsabilità internazionale e a complementare l'ordine economico internazionale esistente. L'AIIB è un supplemento favorevole alle attuali organizzazioni internazionali."
Nell'ottobre 2013 il presidente cinese Xi Jinping ha avanzato la proposta di istituzione dell'AIIB e i Ministri delle Finanze e i rappresentati autorizzati del primo gruppo dei 21 paesi fondatori intenzionati, ivi compresi Cina, India, e Singapore, hanno deciso congiuntamente di istituire l'AIIB. Lou Jiwei ha illustrato che rispetto alla Banca Mondiale e al FMI, l'AIIB ha diversi principi e obiettivi.
"L'AIIB da noi proposta è complementare agli organi finanziari esistenti. Il nostro scopo principale non consiste nella riduzione della povertà, ma negli investimenti nelle infrastrutture, perché attualmente nel settore della costruzione infrastrutturale globale si sta verificando il fenomeno del collo di bottiglia e soprattutto in Asia le infrastrutture sono carenti. La fondazione dell'AIIB può colmare questa lacuna."
Secondo le stime dell'ADB, da ora fino al 2020, ogni anno l'Asia avrà bisogno di 730 miliardi di USD per la costruzione infrastrutturale, cifra che gli attuali organi finanziari multilaterali non sono gradi di offrire. L'obiettivo dell'AIIB è soddisfare quanto più possibile le enormi esigenze di finanziamento nelle infrastrutture nella regione asiatica.
"Abbiamo bisogno di costituire una piattaforma specifica per i finanziamenti nelle infrastrutture in modo da utilizzare l'abbondante deposito della regione. L'AIIB coopererà con le attuali banche di sviluppo multilaterale per mobilitare i capitali delle unità private e promuovere la costruzione infrastrutturale dell'Asia."
La Cina è attualmente il maggiore azionista dell'AIIB. In merito, Jin Liqun ha affermato che ciò è dovuto alla dimensione economica della regione asiatica. Prima della partecipazione dei paesi grandi quali USA e Giappone, per garantire la dimensione dei capitali azionari, la Cina aveva proposto di finanziarne al massimo il 50%. Tuttavia, in seguito alla crescente adesione dei paesi, la Cina potrà ridurre unilateralmente la sua quotazione.
"La posizione del maggiore azionista non rappresenta la prerogativa, ma incarna le relative responsabilità e doveri. La Cina rispetterà le convenzioni internazionali e non agirà in modo arbitrario detenendo la posizione di socio primario. Tutto è negoziabile e si cercherà di fare decisioni tramite il raggiungimento dell'unanimità, invece dei diritti di votazione."
Secondo una notizia resa nota sul sito ufficiale del Ministero delle Finanze, il 15 aprile, con il consenso dei paesi fondatori intenzionati dell'AIIB, Svezia, Israele, Sud Africa, Azerbaijan, Islanda, Portogallo e Polonia sono diventati ufficialmente paesi fondatori intenzionati dell'AIIB, elevando la somma totale a quota 57. "4 dei 5 paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, 14 dei 28 paesi dell'UE e 21 dei 34 membri dell'OECD hanno partecipato all'AIIB, la banca fondata su proposta della Cina." : questa la prima pagella dell'AIIB in una notizia del 15 aprile dell'Agence France-Presse.
Di pari passo con la promozione della fondazione dell'AIIB, la Cina sta promuovendo un'altra importante strategia, ossia la proposta su "Una Cintura e una Via". La banca mirata e la proposta si coordinano e sostengono come un paio di ali per il rapido sviluppo dell'Asia, e apporteranno agli investitori opportunità di investimento a lungo termine e possibilità di ricompenso stabile.