La Cina e la sua immagine. Aperta, fiduciosa e progressiva
  2015-03-20 17:34:39  cri

Intervista al vice ministro della Cultura Ding Wei.

La seta cinese era conosciuta ed apprezzata in Italia già alla fine del II secolo a.C. La Cina sta invitando i vari Paesi del mondo a partecipare alla costruzione della "Striscia economica della Via della Seta", il che renderà sicuramente ancora più stretti i rapporti fra Cina e Italia, poste rispettavamente alle estremità orientale e occidentale della Via della Seta. Secondo Lei, che ruolo svolgerà la nuova Via della Seta per la promozione degli scambi culturali tra i due Paesi?

Ding Wei: La "Striscia economica della Via della Seta" e la "Via della Seta marittima del XXI secolo" sono dei grandi concetti strategici epocali per la promozione degli scambi e della cooperazione economico- commerciale internazionale. Il Ministero della Cultura cinese sta attivamente creando il marchio culturale "Una Striscia, Una Via", per cui ha avviato varie forme di scambi e cooperazione con le province, regioni e città interessate. Abbiamo organizzato all'interno e all'estero una serie di iniziative culturali sul tema "Una Striscia, Una Via", fra cui il "Viaggio culturale della Via della Seta Cina-Arabia", e stiamo coordinando la fondazione della Lega strategica di sviluppo culturale delle cinque province del nord-ovest della Cina lungo la "Striscia economica della Via della Seta". Storicamente, la Via della Seta ha svolto un ruolo fondamentale per gli scambi economici, commerciali e culturali tra Oriente e Occidente. Anche la futura costruzione della Striscia economica offrirà delle nuove opportunità di sviluppo ad altri Paesi e regioni. Promuovendo lo sviluppo dei rapporti fra i Paesi lungo la Via della Seta, la nuova Via della Seta apporterà sicuramente nuove occasioni di scambi nei vari campi, ivi compreso quello culturale, anche per la Cina e per l'Italia.

La Cina è impegnata nel processo di urbanizzazione, il che crea degli indubbi problemi di tutela del patrimonio culturale. In una città dalla lunga storia come Roma, il patrimonio culturale e i monumenti storici sono tutelati a livello di pianificazione e sviluppo urbanistico. Che esperienze può prendere a prestito la Cina in materia?

Ding Wei: Sia la Cina che l'Italia vantano un ricco patrimonio storico e culturale, per cui nel processo di sviluppo dell'urbanizzazione affrontano entrambe il problema di come equilibrarne la tutela e la valorizzazione. Per la sua mole di patrimoni culturali, l'Italia possiede una riuscita pratica ed esperienza di tutela nell'ambito della pianificazione urbanistica, che la Cina può prendere a prestito. Il governo italiano ha stabilito dei chiari regolamenti per la conservazione e la tutela dell'antica architettura, per cui, prima dell'inizio dei lavori, qualsiasi progetto edile o restauro interno di proprietà sia statali che private deve essere sottoposto all'approvazione dei dipartimenti culturali e di pianificazione urbanistica. In vista di un'efficace tutela, per alcuni importanti musei e monumenti storici si ricorre alla limitazione del numero dei visitatori, e per borghi e cittadine storiche come Viterbo, le Cinque Terre e Assisi, ad una tutela e valorizzazione complessiva, con degli ottimi risultati nella tutela del patrimonio culturale e nello sviluppo del commercio e del turismo, pur garantendo la normale vita dei residenti. Molte famose città storiche come Roma e Firenze sono costellate di antiche mura, statue, fontane e altre opere d'arte, con una perfetta integrazione fra patrimonio culturale e vita moderna, che dà splendore ad entrambi.

Il patrimonio culturale è un importante vettore della cultura dell'umanità, una miniatura della storia di una nazione e un simbolo del suo spirito. La tutela degli antichi monumenti e patrimoni culturali riveste un importante significato per migliorare il fascino di una città e promuoverne il turismo e lo sviluppo sostenibile.

Nel maggio del 2014 l'opera Qinqiang dello Shaanxi e l'opera italiana sono comparse sullo stesso palco a Xi'an, ottenendo un gran successo. In futuro si prevedono più spettacoli coordinati del genere, o altre forme di cooperazione artistica?

Ding Wei: Negli ultimi anni si sono visti molti spettacoli congiunti cinesi e stranieri. Da due anni teniamo a Roma l'Happy Spring Festival, in cui compagnie di danza e acrobazia cinesi si esibiscono insieme a bande, compagnie di balletto e gruppi di arti marziali italiani.

Il continuo ed approfondito sviluppo dei rapporti culturali Cina-Italia e Cina-Europa ha anche promosso l'upgrade della cooperazione culturale. In merito, gli scambi di personale e di know-how sono un'importante e concreta forma di cooperazione. In Cina è in atto una rapida costruzione delle infrastrutture culturali, accompagnata però da una grave carenza di amministratori della cultura. Dal canto loro, in campo culturale, i Paesi europei vantano delle ottime infrastrutture, un'avanzata amministrazione e un maturo mercato, per cui stiamo avviando dei progetti di scambio di amministratori a livello di musei, gallerie d'arte, teatri e festival artistici, così da elevare il livello di internazionalizzazione e la capacità di amministrazione degli organismi culturali cinesi. Negli ultimi anni, gli scambi di idee fra Cina ed Europa sono diventati un importante contenuto degli scambi culturali tra le due parti, con forum, incontri con sinologi e promozione reciproca di traduzioni e pubblicazioni di opere letterarie, a tutto favore del rafforzamento dei contatti spirituali e affettivi e della comprensione reciproca.

Lei è vissuto a lungo in Italia nella veste di ambasciatore della RPC. Qual è il suo giudizio personale sulla cultura italiana?

Ding Wei: La civiltà italiana, tramite le splendide epoche dell'antica Roma e del Rinascimento, ha dato degli straordinari contributi al progresso della civiltà umana, lasciando al mondo un ricco e prezioso patrimonio culturale. Con la loro straordinaria fantasia e creatività, gli italiani guidano il trend internazionale del design di abbigliamento, auto, mobili, ecc. Secondo me, questa straordinaria forza innovativa è imprescindibile dalla lunga storia e dal patrimonio di tradizioni del Paese. Apprezzo a fondo tutti i fattori culturali dell'Italia: l'arte, soprattutto la scultura, la creatività, e la capacità di innovazione che origina dalla sua cultura tradizionale. Ma ciò che mi colpisce di più dell'Italia sono gli italiani: intelligenti, amanti della vita, simpatici, fantasiosi e capaci di innovare... tutte qualità da cui la Cina può trarre ispirazione negli scambi culturali con questo meraviglioso Paese.

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