Conoscere cloisonné di Jingtailan
  2015-03-12 14:34:01  cri

Jingtailan, conosciuto anche il cloisonné o lustro di Bisanzio, è un manufatto tipico dell'artigianato pechinese. Prima della dinastia mongola di Yuan (dal 13° al 14° secolo), in Cina erano già comparsi oggetti di smalto. Fino al regno dell'imperatore Jingtai della dinastia Ming (dal 14° al 17° secolo), le tecniche di lavorazione del Jingtailan si sono affinate.

Per conoscere quest'arte tradizionale siamo andati alla Fabbrica di Smalto di Beijing srl., che è lo scudo che protegge e tramanda la tecnica della produzione del Jingtailan.

La fabbrica di sei piani si trova nel distretto di Dongcheng di Beijing, e occupa un'area di 10 mila mq. Dal piano terra al secondo, si trovano le botteghe di produzione, le sale espositive e lo shopping centre. Si può dire che c'è proprio tutto, anche se in piccolo. Yu Huaiping, impiegata della fabbrica ci ha così illustrato:

"Il nome di Jingtailan deriva dal nianhao, ovvero il nome del regno dell'imperatore Jingtai (1449-1457 d.C.). In realtà è una tecnica artigianale per dipingere, attaccare filigrane e tingere i colori su stampi di rame."

Nel 2006 il Jingtailan è stato inserito nel primo gruppo dei patrimoni immateriali artistici nazionali cinesi, diventando un simbolo della cultura tradizionale cinese. La produzione di Jingtailan è suddivisa in varie fasi per primo il disegno, poi la produzione del supporto di rame, l'attaccatura delle filigrane, la tintura, la cottura, la lucidazione ed infine la doratura. Gli artisti tracciano i propri design su carta, per poi batterli e saldarli sui supporti di rame, per le successive lavorazioni. Dopo anni di sviluppo, la produzione di supporto di rame è già passata a quella industriale, oggi le officine della fabbrica di Jingtailan svolgono tutti i quattro processi di attaccatura delle filigrane, la tintura, la cottura e la lucidazione; decisivi per la qualità dell'opera.

Nell'officina, in file ordinate, gli artigiani lavorano sui proprio tavoli con molta attenzione, senza tener conto delle frequenti visite dei turisti. Le filigrane di rame in varie frome si distribuiscono sulle tavole. Il cloisonné è come la pittura, il design delle decorazioni viene realizzato con le filigranature di rame. Il maestro Yan Kun che fa questo lavoro da più di 30 anni ci ha spiegato:

"Bisogna formare le filigrane esattamente secondo il disegno per poi attaccarle sui vasi che si desidera realizzare, così si realizza l'attaccatura delle filigrane. Hai bisogno di forbici, pinzette, tenaglie e un piatto di colla di orchidea bletilla."

Per realizzare i disegni si usano lastra larghe 2-3mm che vengono lavorate con delle pinze da orafo, e con la colla di orchidea bletilla, un collante vegetale, si attaccano temporaneamente le filigrane sul supporto. La saldatura finale dei disegni viene effettuata a più di 800°C. Infatti, la maestra Yan, che sta realizzando un vaso alto un metro, dovrà lavorare per 2-3 mesi per finirlo.

Allora come trasformare i vasi con le filigrane di rame di un unico colore in opere artistiche variopinte? La tecnica della tintura occupa una posizione estremamente importante.

Nonostante entrambi i processi di lavorazione sia in una stessa officina, lì si può distinguere facilmente. Infatti, sulle tavole della tintura si possono intravedere numerosi piattini bianchi in cui si mescolano i vari colori, che in realtà sono polveri minerali. Per colorare le filigrane, si aggiunge dell'acqua alle polveri che poi vengono "gocciolate" negli spazi delle filigrane. In seguito, il colore viene distribuito con una spatola metallica ed infine vengono usati dei batuffoli di cotone per asciugare l'acqua in eccesso. Questo processo viene ripetuto un numero di volte pari al numero di filigrane presenti, e per dare maggiore uniformità al lavoro ciò è eseguito da un unico artigiano.

La maestra Luo Shuxiang, che lavora al processo di tintura dall'età di 16 anni, ci ha detto che la cosa più difficile è mescolare i colori:

"Ad esempio ci vogliono 9 colori per i fiori, sia chiari sia scuri, devi mescolarli tutti, solo così si possono realizzare bei colori per i fiori; la stessa cosa vale per le foglie. I colori sono sempre realizzati da noi. Usiamo i colori fondamentali che mescoliamo assieme per ottenerne dei nuovi."

Dopo la tintura, si devono fissare le tinture di polvere minerale sul supporto e procedere alla cottura.

Le officine per la cottura si trovano in diversi capannoni, in quello principale ci sono 3 forni di varie dimensioni, chiamati anche fornaci, hanno una cavità rotonda che è profonda quasi 2 m, da cui fuoriescono le fiamme. Questa stanza rimane sempre aperta, fuori tira il vento e fa freddo, mentre dentro le fiamme arroventano la stanza. I maestri della cottura lavorano in questo ambiente dal forte contrasto.

I vasi, dopo la tintura, vengono cotti ad 800°C, nel procedimento le polveri minerali si sciolgono, e dopo che il raffreddamento, diventando smalti molto lucidi. A causa della differenza di spessore tra gli smalti e le filigrane, il procedimento viene ripetuto tre o quattro volte per ottenere uno spessore soddisfacente.

Il maestro Yue Yongke, riassunto dalla fabbrica dopo la pensione, lavora da 37 anni la processo di cottura. Egli ha detto che la tecnica della cottura dipende tutto dalle proprie esperienze e dal colpo d'occhio. Gli abbiamo domandato quanto tempo ci vuole per cuocere bene un vaso?:

"Alcuni materiali sono più duri, mentre altri più morbidi. Quelli duri bisogna riscaldarli per due minuti, mentre per i morbidi basta un minuto."

Essendo fisso sul vaso, lo smalto non presenta una superficie piatta, bisogna lucidarlo sino a quando diventa un tutt'uno con le filigrane. Ecco il processo di lucidazione.

L'officina per le lucidature è una piccola stanza con 6 macchina, ed è stata isolata con una struttura di legno e vetro per evitare che lo stridore delle macchina si diffonda. Inoltre, per evitare la fuoriuscita d'acqua e delle scorie di pietra le macchine sono per metà chiuse. Nel corso della lucidazione si aggiunge l'acqua per lubrificare e pulire e l'intera officina è sommersa nel vapore.

Il maestro Ren Lianyin lavora da 34 anni alla lucidazione, ci ha illustrato dettagliatamente la tecnica di lucidazione:

"Prima si smeriglia rozzamente per far emergere le filigrane, poi si aggiunge lo smalto trasparente. Dopo la cottura, si smeriglia finemente e si passa il carbone vegetale per la lucidatura finale."

Dopo ciò si passa alla doratura delle parti di metalliche non colorate per evitare l'ossidazione e render più bella l'opera, a questo punto l'opera è completata e la si può ammirare.

Il cloisonné di Jingtailan è l'arte artigianale rappresentativa di Beijing. Benché fu originariamente introdotta dai paesi arabi nella fine del 13° secolo, Jingtailan si è integrato perfettamente con la cultura cinese e diventò subito un tesoro nella storia artigianale ed artistica cinese. La Fabbrica di smalto di Beijing fu fondata nel 1956, dopo l'unione di decine di piccole botteghe artigianli. Nel 2011 la fabbrica è stata nominata dal ministero della Cultura come una esempio della produzione per la tutela dei patrimoni immateriali artistici nazionali.

Il direttore dell'ufficio generale della fabbrica Wang Jianzhang ha così illustrato:

"Adesso la nostra fabbrica conta più di 200 impiegati e operai, ivi compresi un gruppo di disegno composto da 6-7 persone, e più di 30 tecnici base ed esperti. Si può dire che possediamo un completo team che si occupa dal disegno e alla produzione. Negli ultimi anni la vendita è positiva. Nel 2013 abbiamo raggiunto l'obiettivo di più di 40 mln e quasi 50 mln di Rmb, con un'esportazione annuale di 2 mln."

Come patrimonio nazionale, la Fabbrica di smalto di Beijing è aperta al pubblico, ogni giorno numerosi turisti cinesi e stranieri sono affascinati dal cloisonné cinese di Jingtailan.

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