Recentemente, gli Stati Uniti hanno dichiarato di imporre dazi doganali del 10% su merce del valore di 300 miliardi di dollari importata dalla Cina, la quale non ha potuto che entrare in scena con delle proprie contromisure. Anche personalità americane hanno avanzato di imporre più dazi doganali sulla merce cinese e richiesto alle imprese statunitensi di ritirarsi dalla Cina. Tale affermazione ha scioccato il settore economico degli Stati Uniti, ricevendo forte opposizione delle personalità interessate. Dal punto di vista commerciale, la Cina, in veste di "fabbrica mondiale", possiede vantaggi unici che risultano molto utili alle aziende transnazionali, incluse quelle americane.
La Cina vanta circa 1,4 miliardi di consumatori, fra cui oltre 400 milioni costituenti la classe a reddito medio, e la sua enorme potenzialità di mercato e la sempre crescente domanda di consumo hanno dato al mercato cinese un "superpotere d'acquisito" unico. Come quanto francamente sostenuto dalla Federazione nazionale al dettaglio degli Stati Uniti, è irrealistico per questi ultimi lasciare la seconda economia più grande al mondo.
Attualmente, la velocità di crescita degli investimenti diretti esteri ha visto un allentamento, tuttavia ciononostante, gli investimenti esteri in Cina hanno registrato una controtendenza. Nei primi 7 mesi di quest'anno, la Cina ha stabilito oltre 24mila imprese a capitale estero, la quota di investimenti esteri utilizzati ha raggiunto i 530 miliardi di yuan, con una crescita del 7,3% su base annua. Secondo le ultime statistiche rilasciate dal Rhodium Group degli Stati Uniti, nella prima metà del 2019 le imprese americane hanno investito in tutto 6,8 miliardi di dollari in Cina, con una crescita dell'1,5% rispetto alla media dello stesso periodo degli scorsi due anni.
In veste di unico Paese al mondo in possesso di tutte le categorie industriali della classifica industriale dell'Onu, la Cina è in grado di fornire una completa catena industriale e di fornitura alle imprese transnazionali, riducendo i loro costi, il che costituisce un grande vantaggio insostituibile del nostro Paese. Il volume di produzione di oltre 200 tipi di prodotti industriali cinesi si piazza attualmente al primo posto mondiale. I fornitori della Apple hanno circa 800 fabbriche in tutto il mondo, il 50% delle quali stabilite in Cina. Lo scorso mese la Apple ha presentato domanda al governo statunitense, invitandolo a non imporre dazi doganali del 25% su 15 tipi di prodotti fabbricati dalla Cina per una semplice ragione, la sua impossibilità di trovare altre fonti alternative di approvvigionamento per le componenti progettate e utilizzate specialmente per i suoi prodotti.
Oltre a ciò, la Cina possiede perfette e potenti infrastrutture e rete logistica, come porti, strade e ferrovie, che permettono alle imprese transnazionali di collegare fabbriche, fornitori e clienti in tutto il mondo, il che costituisce un'importante ragione per cui la Cina è in grado di attirare imprese transnazionali.
La Cina vanta una forza lavoro di circa 900 milioni di persone e 8 milioni di studenti laureati all'università ogni anno, siamo tra i primi paesi al mondo per forza lavoro in possesso di titolo universitario, il nostro indice di innovazione è salito al 14esimo posto al mondo. Secondo quanto reso noto recentemente dal Wall Street Journal, alcune imprese che operano nel comparto manifatturiero hanno traslocato le loro fabbriche in Vietnam e India, dove hanno incontrato delle questioni, come la mancanza di tecnici qualificati, la bassa produttività e qualità di prodotti e il ritardo nella costruzione. Secondo le indagini interessate, alcune imprese si sono già ritirate da questi paesi ed hanno fatto ritorno in Cina.
Quante volte abbiamo sentito il detto "Roma non fu costruita in un giorno"? I fatti dimostrano pienamente che anche la "fabbrica del mondo" non può essere stata costruita in un solo giorno. Alcune persone negli Stati Uniti hanno immaginato che per realizzare grandi imprese o raggiungere scopi importanti non bisogna lavorare duro e avere fretta, il che non solo è contrario alla regola dell'economia di mercato, ma interrompe anche il normale funzionamento delle imprese, ed è anche irrealistico e impossibile. Infatti questo agire d'impulso senza la dovuta considerazione e con temperamento capriccioso non farà che aggiungere turbolenza agli Stati Uniti e all'economia mondiale.
Non c'è azienda che possa ignorare un mercato di 1,4 miliardi di persone. La posizione di "fabbrica del mondo" della Cina deriva da una dotazione di risorse, dal duro lavoro del popolo cinese, nonché dagli sforzi compiuti seguendo la tendenza allo sviluppo cooperativo e allo sviluppo di mutuo vantaggio. Di pari passo con la realizzazione graduale delle promesse sull'ulteriore ampliamento dell'apertura, la Cina, in qualità di "fabbrica del mondo" continuerà il suo aggiornamento, offrendo maggiori opportunità commerciali a tutte le imprese a capitale estero ottimiste nei suoi confronti.