Alla ricerca della strada per migliorare le relazioni sino-giapponesi
  2012-12-20 14:21:37  cri

 Il 2012 ricorre il 40° anniversario della normalizzazione delle relazioni diplomatiche fra Cina e Giappone, ed in origine le due parti dovevano farne un'occasione per approfondire ulteriormente i rapporti di mutuo vantaggio strategico. Tuttavia l'agitazione indotta dell'"acquisto delle isole Diaoyu" da parte dell'ex governatore di Tokyo, Shintaro Ishihara, alla fine si è evoluta nell'errata decisione della cosiddetta "nazionalizzazione" attuata verso le isole dal governo Noda, il che ha portato i rapporti sino-giapponesi in una crisi senza precedenti.

Nell'aprile scorso, l'allora governatore di Tokyo, Shintaro Ishihara, ha avanzato l'idea dell'acquisto delle isole Diaoyu, il che ha portato i rapporti tra Cina e Giappone ad un raffreddamento senza precedenti.

"Messa da parte delle divergenze e sviluppo congiunto", è il consenso raggiunto dai leader della passata generazione dei due paesi circa le controversie territoriali. L'"acquisto delle isole" avanzato all'improvviso da Ishihara ha infranto il tacito accordo esistente in origine tra le due parti.

All'inizio di settembre, il gabinetto giapponese guidato da Yoshihiko Noda ha effettuato una nuova mossa a sorpresa, annunciando di attuare la cosidetta "nazionalizzazione" dell'isola Diaoyu e delle isole collegate, su cui esiste una disputa territoriale fra i due paesi.

Il giorno dopo la suddetta affermazione del segretario generale del gabinetto, Osamu Fujimura, il governo giapponese ha annunciato ufficialmente l'acquisto e la nazionalizzazione dell'isola Diaoyu e di altre due isole su cui esiste una disputa di sovranità con la Cina. L'iniziativa ha provocato la severa opposizione della parte cinese. Il 12 settembre, durante una conferenza stampa di routine, il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hong Lei, ha affermato che il cosiddetto "acquisto delle isole" da parte del Giappone è del tutto illegale e invalido.

"La parte del Giappone non deve continuare a sbagliare, ma cessare immediatamente tutte le iniziative che danneggiano la sovranità della Cina, e tornare alla comprensione e ai consensi già esistenti fra Cina e Giappone e sul binario della risoluzione della questione delle isole Diaoyu tramite il dialogo e i negoziati. La Cina adotterà le misure necessarie sulla base degli sviluppi della situazione, tutelando inflessibilmente la sua sovranità territoriale statale."

L'errata decisione del governo Noda ha direttamente provocato l'interruzione degli scambi ai vari livelli e nei vari ambiti tra i due paesi, di seguito, intorno alla giornata commemorativa dei "fatti del 18 settembre", in molte località della Cina sono scoppiate delle manifestazioni popolari spontanee contro il Giappone, e molte imprese giapponesi nel paese hanno dovuto interrompere la produzione.

In ottobre, guidati dal famoso scrittore Kenzaburo Ooe, circa duemila cittadini giapponesi hanno tenuto un raduno e pubblicato una dichiarazione congiunta, che invita il governo a por fine al circolo vizioso sul problema territoriale. Uno dei promotori dell'attività, Kenzaburo Ooe, ha detto:

"Ritengo che Noda abbia agito così proprio per la sua superficiale comprensione delle attuali relazioni nippo-cinesi e dei problemi storici. Se mantenesse una posizione di rispetto per la 'Dichiarazione congiunta Giappone-Cina' e per il 'Trattato di pace e amicizia Giappone-Cina', non saremmo arrivati all'attuale situazione."

Purtroppo l'appello di personalità lungimiranti non ha ottenuto reazioni agli alti livelli dei due maggiori partiti al governo, il Partito Liberal-democratico e il Partito Democratico. Il 17 dicembre, durante la sua prima conferenza stampa dopo la vittoria alle elezioni, appena terminate, per la Camera Bassa, Shinzo Abe, presidente del Partito Liberal-democratico e quasi sicuramente prossimo primo ministro, si è espresso in un modo che ha nuovamente steso delle ombre sulle relazioni sino-giapponesi:

"Le isole Senkaku (Diaoyu) sono territorio giapponese sin dall'antichità, su questo punto non c'è spazio per rimostranze."

Dal canto suo, l'ex direttore dell'Ufficio di intelligence internazionale del Ministero degli Esteri giapponese, Ukeru Magosaki, ha detto che le cattive relazioni tra Cina e Giappone possono solo favorire una terza parte, e che la direzione dei futuri rapporti tra i due paesi sta mettendo alla prova il coraggio e l'intelligenza dei politici.

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