Il 17 la commissione elettorale dell'ANC ha pubblicato la lista dei candidati ai 6 maggiori incarichi all'interno del partito. L'attuale presidente, Jacob Zuma, e il vice presidente, Kgalema Motlanthe, sono stati entrambi nominati candidati alla presidenza; Cyril Ramaphosa, Tokyo Sexwale e Mathews Phosa, membri del Comitato esecutivo nazionale del partito, che godono del sostegno di Zuma, e Kgalema Motlanthe hanno ottenuto la nomination alla vice presidenza, ma all'ultimo momento Motlanthe ha annunciato il suo rifiuto in merito, il che ha messo in subbuglio i vari ambienti del paese. Infatti, una volta che Motlanthe sia sconfitto in questa elezione, non solo non potrà più occupare alcun importante incarico all'interno del partito, ma neanche continuare nell'incarico di vice capo dello Stato.
L'improvvisa mossa di Motlanthe è stata accolta dagli applausi dei sostenitori di Zuma, che ritengono che possa spianare la strada all'agevole nomina a vice presidente di Ramaphosa, apertamente sostenuto da Zuma. Secondo quanto riportato, negli ultimi mesi le relazioni tra Zuma e Motlanthe hanno disceso la china, e le loro divergenze sono forti. Nel corso di un'intervista della scorsa settimana, Zuma ha detto che spera di cooperare con Ramaphosa. Alcuni ritengono che la mossa di Motlanthe equivalga ad un suicidio politico: visto che ora le sue probabilità di vittoria sono scarse, una volta sconfitto, dovrà infatti ritirarsi dalla scena politica del Sudafrica; altri esperti temono per un altro fattore, ossia la tradizione dell'ANC di "escludere la gente di valore", una tradizione che non favorisce affatto i progressi del partito.
Dopo l'accettazione di Motlanthe della nomination a presidente del partito la scorsa settimana, i media sudafricani l'hanno ritenuta all'unanimità una dichiarazione di guerra nei confronti di Zuma. Alcuni membri del partito hanno addirittura criticato la mossa di Motlanthe come portatrice di divisione al suo interno. Tuttavia gli osservatori esprimono unanime apprezzamento in merito, ritenendo che Motlanthe abbia infranto la tradizione interna al partito della definizione del suo presidente, dando così nuova speranza al Sudafrica. Dai sondaggi emerge che dallo scorso aprile, il sostegno popolare a Motlanthe è sempre stato più alto di quello a Zuma, e anche all'interno del partito sono emerse molte voci che chiedono un cambiamento. Un delegato ha affermato:
"Non mi piace, non è un bravo leader. Nella nostra provincia del Limpopo, solo 7 delegati sostengono Zuma. Siamo venuti qui per cambiare."
Tuttavia, dall'atmosfera del congresso nazionale del partito e dall'atteggiamento popolare, i delegati che sostengono la rielezione di Zuma sono evidentemente di più.
"Il presidente Jacob Zuma sarà sicuramente rieletto."
"Zuma è il mio capo dello Stato e lo sarà ancora."
"Per il bene del nostro paese, dobbiamo dare un'altra opportunità a Zuma, affinché sia rieletto."
"Dobbiamo dargli un'altra opportunità di completare il piano stabilito."
Nel 2012, Zuma ha sperimentato gli spargimenti di sangue alla miniera di Marikana e il massiccio sciopero nazionale iniziato dal settore minerario, la cui gestione ha indotto molti a dubitare delle sue capacità di governo; la notizia scoppiata in seguito che il governo aveva finanziato alla grande l'upgrading della sicurezza della sua casa non ha fatto che incrementare le critiche verso di lui. Tuttavia la maggior parte dei membri del partito nutrono ancora delle grandi speranze in Zuma, convinti che alla fine questo si unirà intorno a lui, sforzandosi per creare un Sudafrica migliore e che favorisca l'intera popolazione.
"Occorre uno sviluppo migliore, lo sviluppo comune di tutti i sudafricani"
"Vogliamo assolutamente che il Sudafrica diventi un paese di tutti, che tutti si emancipino dalla povertà e che tutti i bambini possano andare a scuola."