Nel corso del 2012, i conflitti in Siria si sono ulteriormente aggravati. Sia nella capitale Damasco che nella seconda città del paese, Aleppo, che a Deraa, nel sud, gli spari e le esplosioni non si sono mai interrotti, e le due parti in conflitto hanno continuato ad affrontarsi direttamente.
In questi continui conflitti, i civili innocenti sono le vittime maggiori, con un numero in continuo aumento. L'alto commissario dell'Onu per i rifugiati, Antonio Guterres, prevede che alla fine del 2012 i rifugiati siriani all'estero raggiungeranno quota 710 mila. Un nostro giornalista ha intervistato un rifugiato siriano in un campo profughi in Giordania, di nome Nihad, che gli ha detto di sentirsi impotente di fronte ai conflitti:
"Ho visto con i miei occhi, e anche altri l'hanno visto, degli uomini armati che hanno attaccato il mio villaggio almeno 4 volte, sparando ogni volta un centinaio di proiettili di artiglieria o granate, un vero disastro, perché noi non abbiamo modo di proteggerci."
In tutto il 2012 la comunità internazionale si è adoperata per la soluzione pacifica della crisi siriana. In febbraio, l'ex segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, ha avanzato una proposta in sei punti per risolverla, ed ha chiesto alle varie parti interessate di cessare il fuoco. Dopo parecchie mediazioni senza risultati, in agosto Annan ha annunciato la sua rinuncia al proseguimento del mandato di inviato speciale, esprimendo il suo disappunto:
"La continuazione degli spargimenti di sangue si deve alla mancanza di ogni compromesso da parte del governo siriano, e dal suo rifiuto di applicare il piano di pace in sei punti; nel frattempo le attività militari dell'opposizione registrano una continua escalation; inoltre, la comunità internazionale non è affatto solidale."
Il successore di Annan, l'ex ministro degli Esteri algerino Lakhdar Brahimi, ha avanzato un cessate il fuoco fra le due parti durante la festa Eid al-Adha, ma l'accordo è stato infranto già il primo giorno. Attualmente, Brahimi sta ancora facendo di tutto per la risoluzione politica della crisi siriana.
Contemporaneamente alla mediazione diplomatica della comunità internazionale, le forze esterne hanno intensificato le interferenze nel quadro della Siria. Alla fine dell'anno, la conferenza degli "Amici della Siria", guidata dai paesi occidentali, ha annunciato di riconoscere la "Coalizione nazionale siriana delle fazioni di opposizione e delle forze rivoluzionarie" come legittima rappresentante del popolo siriano, mentre il gruppo da battaglia della portaerei USS "Eisenhower" ha già raggiunto le acque prossime alla Siria, e la NATO ha deciso di schierare i missili Patriot al confine fra Turchia e Siria.
Di fronte allo stallo, la comunità internazionale non ha mai rinunciato agli sforzi per la risoluzione politica. Per promuovere la risoluzione politica del problema della Siria, la Cina ha avanzato una proposta in 4 punti, esprimendo il suo intento di impegnarsi insieme alla comunità internazionale. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hong Lei, ha affermato:
"La Cina ha avanzato un'iniziativa in merito, volta a consolidare il consenso della comunità internazionale e a sostenere gli sforzi di mediazione dell'inviato speciale congiunto Brahimi, così da tutelare e promuovere il processo di risoluzione politica del problema siriano, indurre le varie parti siriane a realizzare al più presto il cessate il fuoco e la fine delle violenze, e ad aprire un processo di transizione politica guidato dal popolo siriano."