Egitto: Morsi annulla il decreto sull'aumento dei propri poteri
  2012-12-11 13:06:46  cri

 L'Egitto, appena uscito dal periodo turbolento del cambio di potere, ha vissuto solo pochi mesi di quiete. La decisione, infatti, presa dal presidente Mohamed Morsi il mese scorso, di espandere i poteri presidenziali, ha riacceso le agitazioni in questo grande paese del medio-oriente. Secondo quanto riportato dalla televisione di Stato egiziana, nelle prime ore del 9 dicembre, dopo una riunione, Morsi ha rilasciato una nuova dichiarazione sulla Costituzione, resa pubblica il mese scorso, dichiarandone l'abolizione. Nonostante questo proclama, gli effetti di tale decisione rimangono ancora un'incognita.

L'ambasciatore cinese in Egitto, An Huihou, ha affermato che Morsi continua a spingere per il referendum sulla nuova Costituzione che si terrà il 15 dicembre, ma vedendo il livello di proteste dell'opposizione, il successo o no del referendum resta un'incognita.

"Primo: il successo o meno del referendum sulla bozza della nuova Costituzione è ancora un'incognita. Se si costringe a tenere il referendum, i risultati non potrebbero riflettere la situazione reale. Dato che l'opposizione potrebbe boicottare il referendum, mentre la fazione che sostiene Morsi vi parteciperebbe, i risultati favorirebbero la bozza costituzionale. Tuttavia, se la bozza fosse votata senza l'opposizione, i risultati non sarebbero legittimi. L'articolo della dichiarazione costituzionale, in cui Morsi aveva affermato che alcune decisioni e dichiarazioni non potevano essere cambiate e modificate, ora lo vuole cancellare. Tutto ciò, sicuramente, è una concessione. Ma allo stesso tempo, egli persiste nel fare il referendum costituzionale previsto il 15 dicembre. Egli pensava che attraverso il referendum, la sua concessione non avesse un significato sostanziale. Quindi vuole avere in cambio la concessione della partecipazione dell'opposizione. Tuttavia, vista la situazione attuale, l'opposizione non parteciperà al referendum a causa di tale concessione".

La sera alle 8, ora locale, Morsi ha convocato a colloquio alcuni partiti. A questo incontro hanno partecipato circa 40 rappresentati provenienti dal Partito Libertà e Giustizia e dal Partito dei salafiti, subordinati ai Fratelli Musulmani, alcuni partiti di minoranza come il "Partito di centro", e il "Partito del futuro rivoluzionario", ed un certo numero di figure di spicco delle comunità religiose, dei media e del mondo accademico. Da notare che i principali partiti di opposizione non hanno partecipato a questi colloqui. Parlando del motivo principale della durezza dell'opposizione, An Huihou ritiene:

"L'opposizione può venire a negoziare con il presidente, ma ci sono due prerequisiti: primo, il presidente deve annullare la sua dichiarazione costituzionale; secondo, rinviare la data del referendum per la nuova Costituzione. Il cosiddetto "rinvio della data del referendum" vuol dire che l'opposizione considera illegale la stesura della Costituzione e chiede di istituire una commissione per redigerne una nuova, e solo dopo si può svolgere il referendum. Quindi Morsi ha soddisfato soltanto parte delle condizioni avanzate dall'opposizione. L'opposizione non le accetta, quindi rifiuta di negoziare con Morsi".

Da notare inoltre che l'esercito egiziano ha rotto finalmente il silenzio. Esso ha chiarito per la prima volta l'atteggiamento sulla crisi in corso, e ha chiesto a tutte le parti di avviare immediatamente il dialogo, ponendo fine alle attuali violenze. Il portavoce dell'esercito egiziano, attraverso la televisione di stato, ha rilasciato una dichiarazione, affermando che la parte militare considera il dialogo l'unica soluzione per un accordo e per la riconciliazione nazionale, altrimenti le conseguenze saranno disastrose. Per quanto riguarda il ruolo dei militari, An Huihou ha analizzato:

"La parte militare è stata a lungo in silenzio, e senza schierarsi, ma di fronte alla gravità della situazione che potrebbe sfociare in uno scontro confuso, ha dovuto esprimere il proprio punto di vista, sperando che entrambe le parti possano dar prova di moderazione, essere in grado di impegnarsi nel dialogo, e dominare la situazione evitandone il suo peggioramento. Tale atteggiamento è comprensibile, tuttavia non mostra una posizione chiara dell'esercito: da una parte sostiene, dall'altra si oppone, e da un'altra ancora tiene una posizione neutrale. Ma la parte militare ha anche dichiarato di avere obblighi e responsabilità nel salvaguardare la stabilità nazionale, e sta ancora adempiendoli."

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