Sulla Gerrard street si concentrano i ristoranti tipici della cucina cinese, supermercati, farmacie della medicina tradizionale cinese e archi con fregi caratteristici dell'arte cinese. Tutti questi elementi trasmettono un messaggio inequivocabile: questo quartiere è abitato da cinesi.Questa è China Town.
La Gerrard street non è solo un luogo in cui i cinesi residenti a Londra mangiano, fanno acquisti ecc.., ma è anche un luogo che attira molti viaggiatori stranieri che visitano Londra. Quella londinese non è certo la più antica ed estesa China Town europea, tuttavia è stata definita quella che mostra maggiormente lo stile cinese e più animata in Europa.
Questa strada ha una storia di oltre 70 anni ed è diventata un luogo a Londra che vale la penna visitare, Tuttavia, negli ultimi anni, ha affrontato alcune crisi. L'ultima legata alla politica britannica sull'immigrazione. Nel 2005, la Gran Bretagna ha avanzato la bozza della "Legge sull'immigrazione, protezione e nazionalità" per restringere la politica di immigrazione e rifugio. Attuare questa politica significa dare un grande colpo ai lavoratori, studenti e famiglie cinesi residenti in GB e a tutte le attività commerciali presenti nella China Town.
La Signora Li Zhenju, fondatrice dell'ufficio legale cinese più grande in GB e lo sponsor e presidente del "Programma di partecipazione dei cinesi residenti in GB alle attività politiche, ha rievocato quella che era l'atmosfera di allora:
"A quel tempo, i cinesi non avevano alcuna cognizione e partecipazione politica. Il governo britannico ascoltò le opinioni della comunità nera e di quella indiana ma non di quella cinese. Questa mancanza non può essere imputata solo alla Gran Bretagna ma anche allo scarso interesse nella politica dei cinesi a livello locale e nazionale. Per anni la comunità cinese è rimasta ai margini dell'attività politica ed il governo britannico ha ignorato le opinioni degli immigrati cinesi".
Perchè i cinesi residenti in Gran Bretagna sono spesso rimasti in silenzio quando avevano la possibilità di esprimere le loro richieste politiche? Il vice direttore del consiglio dei residenti shanghaiesi in GB, Yang Rushan, ha detto che la causa principale consiste nel fatto di non aver capito l'importanza della partecipazione poitica per protegere i propri diritti e interessi.
"La maggior parte dei cinesi d'oltremare hanno ritenuto che avere un vita dignitosa poteva essere più che sufficente. Vivere bene, anche se lavorando molto duramente, era per loro una condizione soddisfacente".
Ma questo isolamento ha portato la comunità cinese ad essere isolata e spesso discriminata. Wen Junjie della secondo generazione degli immigrati cinesi è nato in Inghilterra. I suoi genitori emigrarono da Hong Kong per stanziarsi nel Kent, contea sud orientale inglese. egli ha rievocato la propria esperienza nelle scuole.
"Venivo trattato in modo rude. A scuola, venivo additato perchè ero cinese".
Anche l'avvocatessa cinese, Li Zhenju, cresciuta in Gran bretagna ha subito discriminazioni. Secondo lei, per cambiare questa situazione è molto importante far conoscere alla società britannica l'esistenza dei cinesi e ascoltare la loro voce.
"Nel 2006 abbiamo fatto una campagna di sensibilizzazione in tutto il paese tra le comnunità di cinesi, per far comprendere loro l'importanza della partecipazione politica. Cosi facendo, lo stesso anno abbiamo consegnato al governo britannico molte nostre richieste, così che il governo si è accorto della quantità di cinesi abitano nel paese e che sono diventati il terza gruppo di immigrati. In questo modo il governo ha potuto approfondire la conoscenza di questa comunità che prima si limitava solo ai Chinese takeaway e ai ristoranti".
L'attività di persuazione della Signora Li Zhenju insieme ad altri attivisti è riuscita a far modificare al governo britannico alcuni articoli della "legge sull'immigrazione, protezione e nazionalità" che sono erano sfavorevoli agli interessi degli immigrati cinesi.
In seguito, ella ha avanzato e promosso un "Programma di partecipazione dei cinesi residenti in Gran Bretagna alle attività politiche", il cui obiettivo è quello di promuovere l'attività politica e salvaguardare gli interessi dei cinesi residenti in GB.
"Sono sei anni che portiamo avanti questo programma, portandolo a conoscere e a far votare a tutti i cinesi residenti in GB. Senza il loro voto non avremmo avuto alcune voce in capitolo a livello politico. Ora i maggiori cinesi residenti in GB possono prendere parte al voto e questo è un cambiamento."
Oltre all'esercizio dei diritti democratici, i cinesi residenti in GB hanno iniziato a dedicarsi attivamente al settore pubblico, ai servizi per i quartieri e alle attività per i loro abitanti. A maggio 2009, Chen Deliang, nato a Macao e cresciuto ad Hong Kong, è stato eletto sindaco del borgo Redbridge di Londra, diventando primo sindaco nella storia della comunità cinese.
Oltre alla partecipazione alle elezioni dei parlamentari locali, nelle elezioni 2010, 8 canditati cinesi hanno fatto una campagna elettorale dei seggi della camera, ed è stata un'iniziativa senza precedenti nella storia britannica. Purtroppo, gli 8 candidati sono stati sconfitti, quindi nessun rappresentante cinese è riuscito ad entrare al Parlamento. In merito, il dottore Shan Sheng, illustre esponente nel mondo dei cinesi residenti in GB ha analizato:
"La sconfitta non consiste nel fatto che gli occidentali non vogliono votare i candidati cinesi, ma nel fatto che i cinesi non sono concentrati in una sola zona ma risiedono un pò ovunque in Gran Bretagna. Forse qualcuno si chiederà: perchè gli indiani e gli africani hanno avuto i loro rappresentati in parlamento,mentre noi cinesi no? Per rispodere a questa domanda farò un esempio: l'area di Elephant & Castle ha 250 mila, di cui 60 mila immigrati provengono dallo stesso paese, fornendo cosi 60 mila voti utili per far eleggere i loro rappresentanti in parlamento. I cinesi residenti in Gran Bretagna, invece abitano in modo dispersivo. Per esempio nell'area dove io abito ci sono al massimo circa 100 cinesi, un numero troppo esiguo per eleggere un rappresentante".
Per superare questo ostacolo, il dottor Shan Sheng ritiene che la soluzione siano le China Town. In futuro, infatti, si dovranno considerare questi quartieri come unità base per le elezioni parlamentari, così da avere maggiori possibilità di eleggere un rappresentante parlamentare che parli a nome della comunità cinese in GB.
Per ascoltare quanto prima la voce dei cinesi ed avanzare nell'integrazione dei cinesi residenti nella società britannica, la strada da percorrere è una lunga. Per questo il presidente del "programma della partecipazione dei cinesi residenti in Gran Bretagna alle attività politiche", avvocatessa Li Zhenju ha proposto:
"Continuiamo i nostri lavori così che più cinesi possano partecipare al programma, al voto e possano integrarsi maggiormente nella società inglese. Quindi porteremo avanti il nostro progetto con costanza e perseveranza".
Noi speriamo che i cinesi residenti in Grean Bretagna che con il loro lavoro e attività contribuiscono allo sviluppo della società britannica, possano giocare un ruolo essenziale nella vita politica britannica.