Medog, chiamato anche Baimagang, in tibetano significa ''Terra santa del fiore di loto''. Nel sutra buddista tibetano è scritto: ''Medog è il Baimagang nella terra pura del buddismo''. Secondo la leggenda, Medong è ricco d'oro, argento, perle e cereali ed è un paradiso della flora e della fauna. Nel cuore dei tibetani, esso è come lo Shangri-la: senza imbroglioni, gelosie o vendette.
Dopo un lungo e faticoso cammino tra foreste pluviali e profonde valli circondate da monti coperti di neve, siamo giunti a Medog. In pochi giorni, abbiamo attraversato le quattro stagioni e ammirato il paesaggio che, sotto i nostri occhi, si trasformava da polare a equatoriale.
Il distretto di Medog comprende 9 contee che si possono raggiungere solo a piedi. I cavi sospesi sopra il fiume Yarlung Zangbo sono le principali vie di comunicazione fra i villaggi lungo le sue rive. Gli abitanti locali li usano abitualmente nei loro spostamenti. L'unico ufficio postale del distretto è sufficiente, in quanto la posta e i giornali arrivano solo durante l'estate, quando la strada è praticabile.
Medong è l'unico distretto della Cina dove non circolano automezzi. Frequenti terremoti, frane e smottamenti, causati dalla forte attività geologica, nonchè la densità delle foreste, lo hanno isolato dal mondo. Le minoranze Menba e Luoba, che vivono su questo altopiano isolato, sono molto singolari. La loro giornata comincia al levar del sole e finisce al tramonto e coltivano la terra in modo assai primitivo. I loro abiti tradizionali sono molto caratteristici. Gli uomini indossano una tunica rossa di lana e un cappello grigio con un nastro giallo, pure di lana, mentre le donne portano un lungo grembiule bianco o colorato e una collana di ossi d'animale, smeraldi e agata. Nei giorni normali, indossano abiti moderni, ma i più preferiscono l'uniforme militare verde perchè è più resistente.
I Menba sono molto ospitali. Quando arriva un ospite, il padrone di casa gli offre subito il huangjiu (un liquore di cereali), mentre la padrona gli sta a fianco con la brocca per rimboccargli la tazza. Più, l'ospite beve, più i padroni sono contenti. I Menba amano molto il huangjiu. Due quinti della loro produzione di cereali sono destinati alla distillazione. Al mattino, appena alzati, la prima cosa che fanno è bere. Il loro huangjiu, un distillato di mais o miglio, è simile a quello delle regioni a sud dello Yangtze. Nonostante la gradazione alcolica non molto alta, è facile ubriacarsi se si eccede nel berlo. Anche durante il viaggio, quelli che ci aiutavano a portare i bagagli, ogni tanto alzavano un po'il gomito.
I villaggi Menba e Luoba sono costruiti sulle pendici dei monti e vicino a una sorgente. Gli abitanti locali sfruttano le canne di bambù per incanalare l'acqua dal monte fin dentro le case. Dai villaggi, il panorama è magnifico: campi coltivati ben ordinati, corsi d'acqua limpida che scorrono ai piedi del monte e cascate. I monti intorno sono ricoperti da piante tropicali e l'aria emana un profumo di banane e mandarini. L'armonia fra il villaggio primitivo e il bel paesaggio aumentano il fascino di Medog.
Per alcuni Medog, con i suoi paesaggi, il villaggio primitivo e gli abitanti felici e ospitali è un mondo incontaminato, secondo altri, è un inferno: comunicazioni arretrate, basso tenore di vita, belve feroci e serpenti velenosi. La verità è che Medog non è nè un paradiso nè un inferno, ma chi ci è stato e ha provato il gusto misterioso dell'abbraccio fra paradiso e inferno spera un giorno di tornarci.
Articolo tratto dal N°07/1999 della rivista "La Cina ", distribuira da China International Book Trading Corporation